martedì 31 luglio 2012

Comparo ergo sum.





Posso accettare tutto: che mi si dica che son strana. Che mi si dica che cucino male. Che sono lunatica e irrascibile. Che non so stirare e che dormo troppo.

Ma che un libro di Dirtto Pubblico Comparato mi venga a spiegare cos'è l'amore no non l'accetto.
No e poi no.
Studio Giurisprudenza apposta, per girare lontano da certi discorsi. Se no facevo Filosofia o Lettere.
O Psicologia.
Da quando i giuristi si sono immolati alla causa? Non erano freddi ripetitori di codici? Non erano quelli che "imparano a memoria le leggi"?
Al diavolo.
Faccio Giurisprudenza Io.

Con il fare di chi si avvicina a una pietanza che fa schifo all'odore, ho proseguito scettica nella lettura. Tanto  anche i capitoli finiscono prima o poi.

Che tutto è classificabile lo so. Che la classificazione sia necessaria per comparare idem. Lo so.
Che l'amore sfugga a qualsivoglia classificazione mi mancava.
L'amore non è classificabile, non è paragonabile nè comparabile. Amen.
Alt. Che mi dite allora delle continue comparazioni tra vecchi e nuovi amori? tra storie passate e storie presenti? tra storie presenti e storie future e immaginarie?

Ed è li che ho capito come cominciano i disastri. Quando si è vittima dei propri schemi mentali e delle nostre classificazioni. Del nostro idealizzare un futuro che non c'è scordando che la realtà è ben diversa. Quando ci dimentichiamo di vivere il presente.
Quando siamo vittime degli amori che esistono solo nella nostra testa (leggi schema) e ci copriamo gli occhi per non vedere... perchè farebbe troppo male...
Quando siamo talmente bravi a mentire a noi stessi che ci autoconvinciamo che così va bene.
Quando contnuiamo a classificare gli amori.
E i giuristi. Che forse non sono poi sempre freddi codificatori.



giovedì 26 luglio 2012

Linee parallele.



Ci sono quelle che sole mai. Che fidanzate sempre.
Quelle che mangiano la pizza con le posate e la birra la versano nel bicchiere.
Quelle che non mischiano il rosso e il fucsia, il blu col giallo, le righe con i pois.
Quelle che al ristorante mangiano un insaltona.
Quelle che ti guardano borsa, scarpe, vestito e poi ti salutano. Se ti salutano.
Quelle che diventano l'ombra/brutta copia del fidanzato. Di turno, s'intende.
Quelle che ne assumono pure gli hobby, i modi di dire, le abitudini e i difetti.
Quelle che ti raccontano che hanno un lavoro bellisssimo, progetti favolosi, vacanze straordinarie, un fidanzato adorabile e uno stipendio esorbitante.
Quelle che predicano bene, e razzolano male.
Quelle che ragionano per griffe/marca/modello/status symbol.

E poi ci son loro.
Quelle che cantano in macchina. E ballano pure.
Quelle che preferiscono le osterie ai ristoranti. E il vino allo Champagne.
Quelle che si fanno le trecce, si mettono le espadrillas e ci escono pure alla sera. Pensa te.
Quelle che credono che l'amore sia più unico che raro.
Quelle che credono che l'amicizia sia un valore da coltivare e non da usare all'occorrenza.
Quelle che diffidano sempre e comunque da chi cambia amore/amicizie/giro/compagnia  nel giro di una settimana.
Quelle che si innondano di profumo alla vaniglia e si riempiono di braccialetti colorati di corda.
Quelle che sanno spiegarti l'amore o provano almeno a strappartelo fuori
e quelle che mancano sanno mancare e fare più male
...

mercoledì 25 luglio 2012

M.O.T.D. (mood of the day).



Perchè quando il mercoledì mattina in ufficio guardi solo siti di vacanze last minute e foto di bikini da comprare in saldo...la conclusione è solo una: URGONO FERIE.
A meno di 15 giorni dalle sospirate ferie, senza ancora nessuna meta precisa (nè prenotazione) con la testa sono già là: a prendere il sole in spiaggia, a leggere riviste, a spalmarmi di crema al cocco.

3 settimane e un itinerario da definire.
E una compagnia da definire.
Non escludo qualche giorno da sola...nella casa dei miei. All'insegna del relax più totale. Dell'ozio totale. Tutti gli anni lo faccio...ormai è un rito.
Per il resto penso di essere in balia degli eventi e delle sensazioni.
Perchè quest'anno le ferie le voglio improvvisare.















martedì 24 luglio 2012

Tortore, cuscini e birra.

Ho bisogno della sabbia calda sotto i piedi e del rumore delle onde.
Ho bisogno del verso delle tortore d'estate e del profumo del pane caldo.
Ho bisogno del silenzio e della solitudine, a volte. (Ok, spesso.)
Ho bisogno del cocomero freddo d'estate e della vasca da bagno piena di acqua bollente d'inverno.
Ho bisogno del mio cuscino, che ha fatto mia nonna.
Ho bisogno di dormire...otto ore minimo...e se non ho impegni, ad oltranza.
Ho bisogno di essere capita anche quando sono incomprensibile...anche quando non mi capisco io stessa.
Ho bisogno di chi mi sappia infondere coraggio e di chi mi sappia insegnare qualcosa che non so, tenendo viva la mia curiosità.
Ho bisogno di provare stupore per le cose semplici, ancora.
Ho bisogno di un  calice di vino e di una birretta ghiacciata, quando è caldo.
Ho bisogno dei pois, perchè mi mettono di buonumore...
...e ho bisogno di cadere ancora per imparare un nuovo modo di alzarmi da terra.



























lunedì 23 luglio 2012

Sotto l'ombrellone. E non solo.

Una rapida selezione di quello che ora è sul mio comodino.
1)Baricco. Adoro. Chevvelodicoafare.
2) Della serie classicone.
Della serie che li ho già letti tutti. E ho visto pure tutti i film possibili e immaginabili che ne hanno ricavato. Della serie che Lei era geniale. Agatha Christie è per me immancabile. Che sia Estate, Natale o Pasqua. Ho ripescato questo ultimamente dalla libreria. Non tra i migliori a mio avviso...ma è un romanzo brillante, molto cinematografico. Adatto al periodo.
3)Andrea De Carlo. Di noi tre.
Dopo "Due di noi" che mi è piaciuto, tempo fa mi è stato regalato questo. Regalo gradito che per mancanza di tempo è rimasto sulla libreria a prender polvere. Tentato di leggere diverse volte.Rispolverato recentemente. Una storia quasi circolare la definirei. Tre personaggi. Sullo sfondo l'amore e l'amicizia. Forse però, più l'amicizia.

Per chi di Voi li ha letti, per chi di Voi legge...attendo consigli e pareri...
Le vacanze sono alle porte e devo riempire la valigia.

giovedì 19 luglio 2012

Come un pittore. Atto primo.

Camminava svelta con un'andatura femminile e sinuosa. Aveva il mento alto e un bel portamento elegante che un'infanzia di corsi di danza le aveva regalato.
I lunghi capelli castani, mossi dalla brezza leggera di fine aprile, scendevano sulle spalle e le accarezzavano quel volto nobile, dai tratti così fini e delicati che pareva uscito da epoche precedenti.
Era una bellezza anacronistica, fuori tempo, quasi riservata alla sensibilità di quelle poche persone che sanno cogliere il bello e non, come molti, l'appariscente.
L'icarnato lunare risaltava i suoi grandi occhi verdi dalle lunghe ciglia e le gote, vagamente paffute, le regalavano un'aria di perenne bambina imbronciata.
Portava orecchini curiosi, dal sapore gitano ma che le si addicevano, considerando tutto l'insieme.
Era una figura indubbiamente particolare nella normalità che la circondava e sapeva catturare gli occhi dei curiosi che si domandavano chi fosse.
Camminava. Camminava non curante della gente che le passava accanto e che la guardava.
E lei, così come i gatti che non vengono quando son chiamati e che vengono quando non son chiamati, si fermò davanti a me e mi rivolse la parola.

mercoledì 18 luglio 2012

Là, dove il mare luccica.

Come ogni sacrosanto anno si ripropone la questione. Le vacanze.
La mia indole, il mio modo di vivere, il mio istinto mi suggerirebbero la Grecia. Così, di pancia.
Ho nostalgia delle casupole bianche e della salsa tzatziki.

Gradirei consigli, da Voi che di mondo ne sapete più di me. Senza cercare movida o isole alla moda.
Vorrei un posto dove aprendo la finestra della camera, al mattino, si possa vedere il mare e dove i muri siano intrisi di salsedine. Per respirarlo quel mare.
Dove si possa mangiare pesce appena pescato e guardare il tramonto sorseggiando una birra ghiacciata.
A Voi e alle Vostre esperienze mi affido. Intanto rifatevi gli occhi...che le sospirate vacanze sono vicine.







martedì 17 luglio 2012

...wind of change.

Recentemente ho commentato un post di un blog che seguo iniziando così...
"Una laurea per acquisire un metodo e accorgersi a 26 anni che ci sono persone fatte per non averlo un metodo". Autoconfessione.
Non è facile ammetterlo. Non è facile prendere coscienza di non sentirsi adatti per quello che si sta facendo. Ma credo che una volta che questa coscienza prende forma e sostanza il più sia già stato fatto.
Come per molte altre cose è proprio la presa di coscienza che dà il via al cambiamento.
Già il cambiamento.... E pensare che per anni ho detestato i cambiamenti. Perchè inevitabilmente pongono scelte dolorose.

All'alba dei 27 anni invece li sento come una necessità. Sento il cambiamento come quella necessaria boccata d'aria che mi può tenere in vita, per non soffocare. Non qui e non ora.

Riflettevo sulle strade...ed essendo io una fatalista mi chiedevo quale fosse la mia di strada. Perchè la vita mi avesse messo davanti a questa presa di coscienza, così dolorosa a tratti.
E mi è venuto in mente il passo di  un libro che ho letto...neanche tanto recentemente...dove l'autore parla di come il dolore non venga per farci male, ma per farci cambiare. Di come l'inquietudine non sia il male...ma una forza necessaria per spingerci a ricercare il nostro vero IO, la nostra vera anima.

Ed è da quell'inquietudine che io voglio partire...per capire chi c'è dietro la maschera.