martedì 5 agosto 2014

Agosto amor mio ti conosco.

E mentre lui parlava, io ridevo.
E nella mia testa avevo già dato i nomi ai nostri 4 figli, ai due cani e ai tre gatti che avremo avuto.
Avevo già deciso come arredare casa e addirittura la fantasia della carta da parati.
Avevo deciso che nella credenza del soggiorno avrei posizionato le tazzine della Royal Albert che mia madre mi avrebbe sicuramente regalato.

Mentre lui parlava avevo già deciso che due dei quattro figli avrebbero preso i suoi occhi.
Gli altri due i miei, perchè ad occhi stavamo messi bene entrambi.
E con un briciolo di modestia pensavo anche a quanto sarebbe stata bella la prole, con due genitori così.
Ma poi pensavo che non era vero e che conoscevo genitori bruttissimi con figli meravigliosi e viceversa.

Nel giro di pochi istanti incappai in un loop di pensieri a zig zag, dai quali non riuscivo a uscire nemmeno attraverso la nebbia del quarto bicchiere di vino.
E pensavo che l'avevo creduto più scemo, più bello che altro, un belloccio con poca personalità.

Rimasi stupita.
Dagli occhi. Dalla voce. Dal sarcasmo. Dal suo essere così disilluso.
Addirittura più di me.

                             

martedì 29 luglio 2014

Di capelli bruciati dal sole e profumo di brezza marina.

Era seduta su quel lato del porto dove normalmente attraccano i pescatori con le loro barchette sgangherate e fissava quegli scogli da lei poco distanti, su cui si scagliavano incessanti le onde.
La brezza marina le scompigliava i lunghi capelli castani, bruciati dai raggi del sole, che le si increspavano sui lati del viso e le accarezzavano affettuosi le gote dorate.
Era sorprendentemente a suo agio in quel contesto.
Il sole ormai tiepido stava tramontando alle sue spalle e le scaldava la schiena.
Luglio era ormai agli sgoccioli e Agosto sarebbe giunto da lì a poco a salutare l'estate, a darle l'ennesimo arrivederci.

Di nuovo riguardai verso gli scogli.
La ragazza sugli scogli che avevo visto qualche istante prima non c'era più.


Aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.


lunedì 14 luglio 2014

Ero lì. Che aspettavo un treno. O forse te.










Lasciami respirare.
Sii comprensivo con i miei silenzi.
Lasciami dormire fino a tardi.
Lasciami nei miei pensieri quando ne ho bisogno, perché sono tutto quello di cui ho bisogno in quel momento.
Sii cuore. E testa.
Sii amico e amante.
Sii uomo.
Portami al mare d'inverno. Insegnami quello che non so.
Ascoltami, perché comunicare è la mia esigenza più grande.
Sii il primo caffè del giorno, la canzone rock del cuore, il porto sicuro dove tornare dopo ogni tempesta.
Lasciami sbagliare perché sbagliare nella vita implica saper riconoscersi, implica imparare a chiedere scusa.
Sii forte quando mi sgretolerò in mille cocci sul pavimento, quando i miei pianti ormonali ti sembreranno sciocchi, quando sarò all'angolo contro il mondo intero con i pugni chiusi.
Sii di aiuto ma non di sostegno, sii presente senza sopraffarmi, senza cercare di mutare quella vena frivola che mi contraddistingue.
Sii libertà per me.
Libertà di sceglierTI ogni giorno.

(Eleonora, 10/02/2014 - Nota I-phone)

mercoledì 9 luglio 2014

My Honey Hair: Beach Waves.

Perchè li voglio così : scompigliati come dopo una giornata di bagni in mare.

Beach Waves, Messy Hair ... il concetto non cambia.

Il mio desiderio delle ultime settimane.
(Diciamo pure l'ossessione delle ultime settimane).
Alla ricerca del Sea Salt Spray perfetto. Che ancora non ho trovato.
E si accettano consigli, of course.

Per una testa leonina.
Kristen Docet.






Kristen Dunst. Testimonial per L'orèal. Trattamento Beach Waves, in salone.
 
 


 
 

martedì 8 luglio 2014

Se fosse un mese, sarebbe luglio.

I piedi nudi sulla sabbia, l'odore della salsedine, quel quarto d'ora che intercorre prima della doccia quando sei un misto di sabbia misto crema misto sale.

Le telefonate che non ti aspetti piene di parole che invece aspettavi.
Gli incontri, perché vogliamo i fatti e non le chat su whatsapp.

Un profumo che sappia di albicocca e caramelle gommose.

La Menabrea ghiacciata, le giornate con la luce fino alle 9.
Il gelato al pistacchio, che ho scoperto che mi piace un sacco e invece l'ho snobbato per 29 anni.

Gli uomini con la barba di 3 giorni e con la camicia bianca con le maniche arrotolate.
Possibilmente pieni di tatuaggi e non pieni di sé.

I capelli asciugati all'aria, i baci alcolici, gli sguardi complici.
I sandali capresi e i polsi pieni di braccialetti di corda colorati.

Le gonne sottili, di seta, lunghe fino ai piedi scalzi.
John Leggend di sottofondo.

Se fosse un mese, sarebbe Luglio.







 
 
 

 
 
 

mercoledì 2 luglio 2014

My Honey tracks. (part one?)



















Come quando accendi la radio e parte quella canzone. Proprio quella. Quella che non vorresti ma che infondo speri di ascoltare.
Per quel momento a cui ti riporta, per quelle emozioni che ancora ti riesce a far provare.
Per il dolore che ancora muove dentro, per come ti aggroviglia lo stomaco anche dopo anni.

Ho sempre pensato all'enorme potere della musica, a come certe canzoni possano essere considerate una sorta di soundtrack ufficiale della  propria vita.
Non so. Ma è come se certi momenti siano inscindibili dalle canzoni.
Come se quella musica fosse un tutt'uno col resto.
Come se la mente non riesca a ricordare quel momento senza quelle note.
La quintessenza dell'attimo. Ecco.

Qui la mia selezione.
Di quello che è stato e di quello che è ora.
La selezione di estati da ricordare, di viaggi in macchina, di fughe dalla propria coscienza, di notti indimenticabili.

Per le note, ma più spesso per le parole.
Per le voci, ma più spesso per i rocker maledetti.

"...But it's never too late to start again, take another breathe and say another pray"

"No strings attached, just free love..."

"...tu sei così sicura, di tutto intorno a te"

"...finchè il polso cammina, facciamo mattina tenendoci su..."

" If you leave, don't leave now,please don't take your heart away..."

"Me&You,Setting in a Honeymoon..."           (Riferimenti?!?)

"As my scars remind me, that the past is real..."  

"Always" 

"Be running that road, Be running that hill..."

"From Samaritan to Sin..."

lunedì 16 giugno 2014

Rebel Rebel.

Il coraggio e il cuore. Ecco cosa.
Ecco quello che serve veramente.
Non le parole vuote, non i giri di parole, le scuse, le chat.
Non  servono le giustificazioni sul latte versato quando l'hai volutamente versato.

Non servono le parole dolci senza gesti dolci.

E non serve l'amore se non è libertà.
A costo di essere impopolare e politicamente scorretta, contraria al comune pensiero, contraria ai qualunquismi di sempre.
E contraria soprattutto a chi ti dice che si fa così. Perché è così.
E pazienza se qualcuno non capirà. O se farà finta di non capire.

Ho sempre pensato che i legami, quelli veri, quelli liberi, non hanno bisogno di briglie.
Non hanno bisogno di schemi, doveri, imposizioni.
Non hanno bisogno di gabbie mentali perché le gabbie, anche se sembrano d'oro, sono per chi non può scegliere.
Sono per chi si è rassegnato a un certo tipo di vita non rendendosi conto che quello che ha giocato è in realtà molto di più di quello che ha vinto.
Sono per chi ha deciso che "doveva andare così" perché i tempi erano maturi.
Sono per chi ha accettato una situazione, facendosela andare bene, adattandosi e plasmandosi alle necessità degli altri soffocando se stesso, i propri sogni, la propria identità ma soprattutto la propria ribellione.

E io credo ai ribelli, invece.
Quelli che ribelli sono nati e ribelli vivranno.
Quelli che vivranno di dubbi, perchè le certezze le lasceranno a quelli che ben pensano.
Quelli che non si faranno legare alle catene ma che sapranno vivere liberi e soli.




lunedì 14 aprile 2014

Pollini e ormoni. Perchè dopotutto è primavera.

 
Che poi dopotutto è primavera.
E come ogni primavera che si rispetti il binomio polline-ormoni non si è fatto attendere.

Quasi 29 anni e una certezza: se le relazioni superano la fase primavera-marzo-aprile è fatta.
Nel senso che (salvo scongiurati casi) fino alla primavera dell'anno dopo si può sostanzialmente dormire sonni tranquilli.
E' la primavera, il casino.
Giornate più lunghe, uscite più frequenti, qualche centimetro di pelle scoperta...
Francamente non ho ancora capito quale sia il fronte nuvoloso che innesca la tempesta.
Ma le tempeste (ormonali) ci sono eccome.
E ci sono al punto da spaventarmi, a volte.

Coppie su cui avrei scommesso in frantumi. Flirt a perdita d'occhio. Corna frequenti quanto le margherite nei prati.

La primavera mi ha sempre messo una gran ansia addosso quando stavo con qualcuno.
E la mette pure adesso.
Perché nessuna delle ultime persone che mi hanno proposto un aperitivo o una cena era single.
Si badi bene, nessuna.
Tutti in crisi, se chiedi.
Tutti ingordi, io penso.

E il mondo pullula di questa ingordaggine che non è proprietà solo maschile, ma che è più maschile che femminile.
Pullula di (mezzi) uomini incapaci di decidere, incapaci di stare soli, incapaci di scegliere e di sceglierti.
Pullula di falsità oltre ogni limite, di ipocrisia, di teatrini edulcolorati che trovano nei cuoricini sulle bacheche l'espressione più becera.
Pullula di estenuanti chat di whatsap che, se le sapessimo tutte, stenteremo a crederci.

E a volte, mi metto dall'altra parte della barricata, quando ricevo certi inviti.
E mi viene naturale, perché da quella parte della barricata ci sono stata pure io. Senza saperlo.
Anzi, sapendolo dopo. Quando era tardi.
La barricata degli ingenui, la chiamo io. Di quelli che ci credono ancora.

E penso che la coerenza non è poi cosa per tutti. Che è dote rara.
E che se trovo uno che pensa A e fa A (senza incappare nel B,C,D) è la volta buona che mi sposo.

venerdì 11 aprile 2014

Ripped.

 
Il tutto per ricordarVi che in principio questo fu un fashion (presunto) blog.
 
Ecco qua il desiderio della settimana.
(Ma in realtà è un desiderio che covo da tempo).
Rotti, sdruciti, cattivi.
 
 
Buon week-end.
 
Eleonora
 









giovedì 27 marzo 2014

Là. Nella Galassia Cuore.

Fuori è tornato freddo.
Ufficio, 13.26. Ho finito la solita insalata con tonno e olive.
Che poi le olive non mi piacciono e puntualmente rimangono sul fondo del piatto.

Ho un cardigan a cuori oggi. E il mio amato anello a cuore.
Sono un pò a cuore ultimamente. 
Ho amori sparsi ovunque: la salsa tzatziki, il blu cina, i cappelli, le gonne a pieghe, Lenny Kravitz, il vodka-tonic...

Mi piace pensare che esista la Galassia Cuore, dove si ritrovano quelli come me.
Quelli che parlano con le canzoni, che si emozionano con le parole, che vivono di pancia.
Quelli che effettivamente si rendono conto se una cosa è  sbagliata, ma alle cose sbagliate non sanno dire no e si attaccano a loro come solo alle cose sbagliate ci si può attaccare.
Con testardaggine e passione.

Che poi sarebbe molto più intelligente e sicuro stare nella Galassia Testa.
Dove la logica, l'Io razionale, l'assoluto dominio delle situazioni la fanno da padroni.
Dove 1+1  fa 2 e non 3.
Dove gli schemi e i metodi stabiliti sanno prevalere.

Sarà che io non ho schemi. Ma forse io nella Galassia Cuore ci resto.
Forse io nella Galassia Cuore ci sono proprio nata e lì voglio rimanere.
Forse per sempre. 
 



 
 

lunedì 17 marzo 2014

Strade troppo strette e dritte per chi vuol cambiare rotta oppure sdraiarsi un pò.
















Conosco persone che riescono a farsi bastare le cose.
Che sanno riconoscere i propri errori e sanno imparare la lezione.
Conosco persone che sono nate in un paese di 5000 anime e non hanno bisogno di scappare continuamente.
Conosco persone che sono nate risolte, perfette, senza dubbi... che sanno sempre che cosa fare, quale decisione prendere e come vestirsi.
Che sanno cosa vogliono fare nella vita e che a 5 anni già sapevano cosa avrebbero fatto da "grandi".

Io no.
E a volte (leggi molto spesso) mi sento un'aliena. Una straniera alla frontiera senza visto.

Io che ogni giorno cambierei lavoro/rossetto/smalto/città.
Io che non imparo mai e tutte le volte mi chiedo se sono io a cercarmele o se è il solito destino a mettermi in mezzo a cose impossibili.
Io che alla sera mi metto sulla sedia i vestiti per il giorno dopo, per dormire quei venti minuti in più.
Ma che poi alla mattina non metto mai e così è tutto da rifare. Con venti minuti in meno.
Io che soffro sulla tastiera 8 (otto) ore.
Io che ho bisogno di stimoli continui, di sfide, di obbiettivi, di qualcosa o qualcuno per cui lottare veramente.
Io che ho bisogno di distruggere per riassemblare .
Perché le cose semplici e alla portata di tutti non fanno per me.
E lo so che questa sarà la mia condanna.

Io che sono irrisolta, come sempre.
Ma che sono anche sanguigna, come mi ha detto "qualcuno".
E io, in quel sanguigna, mi ritrovo parecchio.  E mi piace pure.

Io che " se trovi uno come te vi tirate i coltelli".

Sto pensando a come vestirmi domani. Ma tanto so che alle otto meno dieci cambierò idea.

martedì 25 febbraio 2014

Incenso e menta nel moijto.















Mi sono innondata di vaniglia e albicocca. Come ogni mattina.
Il mio profumo. Quello in cui mi rispecchio, quello in cui mi infilo.
La mia identità olfattiva. Per ricordarmi chi sono.

E non lo sento.

Sento odore di incenso, di menta, di buono.
Di qualcosa in cui sprofonderei senza pensare, senza grovigli, con l'incoscienza più totale.

Sento ancora la stessa canzone. Che suonava ieri. E l'altro ieri.
Che mi piace da impazzire e che l'i-pod ripete senza pausa.

Sento una paura mortale. Che mi congela cuore e testa.
Che mi paralizza i pensieri e scende sino alla pancia dove si annida.
E cova li dentro.
Cova in mezzo a mille pensieri che non hanno punto di svolta.
Perché l'io razionale si scontra con l'eterna sognatrice che credevo di non essere più.
Che credevo di aver definitivamente seppellito.
E che invece si nascondeva solo sotto una coperta di paure.

Sono di nuovo io.
Io e le mie paure: tutte li in fila a guardarmi e ad aspettare che io torni a nascondermi.
Ad aspettarmi al varco. Ad aspettare che torni a mettere la testa sotto la sabbia.
Ad aspettarmi al sabato sera e alla domenica pomeriggio.

In un periodo, questo, dove la parola "paura" è stata la costante di stremanti chat di whatsapp e mi ha martellato giorno e notte, togliendomi fame e sonno, sento che le paure non mi fanno più paura.
Sento milioni di leoni nel cuore.
Sento che basta un qualunque giovedì sera, freddo e piovoso, per capire.

Per capire che io sono così: indefinita ed emozionabile.

mercoledì 5 febbraio 2014

Edward ,Vivian e tutte le inguaribili romantiche.






















Non era mia intenzione. Ma non è colpa mia se alla fine di una giornata al limite dell'inferno (mentale e fisico) Raiuno mette in prima serata Pretty Woman.

E pensavo a quanti Edward ci siano in questo mondo.
E a quante Vivian convinte di salvarli.

Pensavo che Julia  a me infondo non è mai piaciuta troppo ma che in accappatoio è quanto di più sensuale io abbia mai visto.
Pensavo che dalla scena del pianoforte abbiamo tutti qualcosa da imparare, donne e uomini.
E pensavo anche che le sopracciglia anni '90 a me infondo piacciono.

Pensavo che " Io voglio la favola" sia una frase che ci dovremmo scrivere a caratteri cubitali sul muro di casa, così giusto per ricordarcelo.
E pensavo anche che dovrei cominciare a camminare scalza, ogni tanto.

Pensavo che Richard la fama del Sex Symbol se la meriti senza troppi problemi e pensavo anche che certe colonne sonore son destinate a rimanere. Nei secoli dei secoli.

Pensavo alla favola. E pensavo a quante donne stessero guardando per la milionesima volta quel film. Che sai come finisce. Che sai che arriva a salvarla. Che sai le battute a memoria.

E mi son detta che alla fine noi donne siamo così.
Inguaribili romantiche, nonostante tutto.

martedì 4 febbraio 2014

Quando chiedere comincia a diventare lecito.
























Mi è sempre stato detto di pensare meno, di logorarmi meno di pensieri e tribolazioni.
Il mio grande problema è sempre stato quello: quello di pensare, (anche per gli altri) e quello di preoccuparmi di cose che francamente non mi riguardavano direttamente.
Cose che mi lambivano ma che non mi riguardavano e nei confronti delle quali non avrei potuto trovare soluzioni per una semplice ragione: non era mio compito.
E ho capito, dopo svariate giravolte, che non mi devo far carico sempre di tutto.
Che posso anche fregarmene ogni tanto.
Che le cose le posso anche osservare da lontano, prenderne atto e lasciare ai diretti interessati il piacere e l'onore di trovare la chiave di volta dell'arcano.

E che posso chiedere.
Ho sempre avuto paura a chiedere e ho sempre pensato che la vita me la dovessi arrangiare da sola, in qualche maniera.
E invece ho chiesto. Ho domandato.
Ho sotterrato la Wonder Woman che credevo di essere e mi sono arresa al fatto che se ogni tanto l'asso nella manica non ce l'hai, qualcuno può giocare la partita al posto tuo.
E non è questione di non farcela, di essere incapaci.
Semplicemente bisogna essere sinceri con se stessi e cominciare a capire che non ne puoi sempre uscire bene, che qualcosa devi delegare se non vuoi impazzire,  che si può sbagliare e che non per questo si è sbagliati.
Che bisogna pensare meno.
E chiedere di più.

giovedì 30 gennaio 2014

Gennaio, il prezzo della libertà. E quello dei cardigan.
















Un appartamento carino. Spacciatomi come carino. Effettivamente carino.
Non il solito tugurio venduto come carino. Che ne ho già vista quattordicimila carini come dicono loro.
Che non sono carini come dico io.
Facevo due conti a matita prima e mi rendevo conto che la libertà mi verrebbe a costare.
A costare tanto, in termini di soldi. 
Mi continuo a ripetere che la libertà non ha prezzo, che certe cose cominciano a stringermi quasi quanto i jeans della seconda liceo e che devo imparare a gestirmi i soldi e a non sperperarli in cardigan.
L'altro giorno ho contato i cardigan: a 28 ho piantato lì.
Che poi cosa saranno trenta maglioncini? Pensavo: uno al giorno fanno un mese. 
Non vorrai mica che vada in ufficio con la stessa maglia tre giorni?
Poi ho pensato anche che il mio capo mi ha dato le password nuove: 
- Eleonora le tue sono MODA E FASHION. - 
A posto. 

Sono le 16.51 fuori diluvia. Diluvia da stanotte. E dicono che non smetterà per tutto il weekend. 
Riguardo le foto dell'appartamento.
Si, è proprio carino. 

mercoledì 29 gennaio 2014

In un mondo (ingiusto) di blogger

 
Che poi sono bionda ma contemporaneamente penso, rifletto e ragiono.
E riflettevo ieri su questo fantomatico mondo di blog e di blogger.
Una categoria astratta, variopinta e non del tutto definita che aumenta tanto quanto lo spread o la disoccupazione giovanile, tanto per stare in tema.

In un mondo in cui non c'è abbastanza posto per tutti, o almeno non c'è lo spazio lavorativo per tutti credo che si debba fare di necessità virtù.
Credo che si debba fare qualcosa piuttosto che non fare nulla.
Credo che si debba agire in una qualche maniera, sia essa la più improbabile o avventata, piuttosto che stare in attesa di una telefonata o una mail che non arriverà.
Credo che sia inutile lamentarsi, piangersi addosso se poi si stagna nel limbo dell'attesa.
Credo che i tempi siano cambiati definitivamente e che lo standard mentale del posto a tempo pieno ed indeterminato debba lasciare spazio ad una realtà molto più precaria in cui è la capacità di adattamento e di inventiva a segnare la svolta.

Appunto per questo credo in quei giovani e meno giovani che si sanno inventare: sanno inventare se stessi, sanno inventare un lavoro, sanno inventare un sogno in cui credere. E fanno tutto questo anche attraverso un blog.
E non sto dicendo sia facile, badate bene.
Non sto dicendo che i blogger salveranno questo Paese dal declino, dalla crisi economica, dal tarlo della disoccupazione.
Ma il "fare qualcosa" è segnale di vita, è capacità di creare, è impossessarsi del proprio tempo e sfruttarlo per dargli un fine che non sia una lamentela.

Perché ho scoperto di essere insofferente alla gente che si lamenta a tempo perso.
Di quelli che ti cercano solo per dirti che il mondo è ingiusto.

Ho scoperto che se si vuole cambiare, si deve partire da sé stessi.
E cambiare se stessi è già una rivoluzione.

lunedì 27 gennaio 2014

Un qualunque lunedì.

Il miele sul pane. Il freddo pungente sulle guance e l'aria che sa di neve.
Un parka in cui sprofondare e guanti animalier in cui intrufolar le mani.

La  fatica del lunedì. Di ogni lunedì. Che sembra sempre il primo giorno di scuola.
I pensieri che si aggrovigliano in matasse scomposte. Che infondo è meglio agire, sempre.

Lo smalto color ciliegia sulle unghie e un profumo nuovo che sa di biscotti al cioccolato e arancia amara.

Il profumo dei mandarini dal fruttivendolo quando ci passi davanti, e di una zuppa di ceci  fumante in cui tuffare il pane toscano arrostito.

La voglia di un nuovo blush. Che ultimamente fa rima con Nars. 

L'ultima passione sfrenata per le candele profumate che sanno trasformare la  casa in una nuvola di burro montato con lo zucchero. 

Il perdurante desiderio di un cappotto cammello e di un segno indelebile, questa volta sulla pelle.

Una giornata, un po' lemme e assonnata, avvolta in una sciarpa di nebbia cerulea.
Un qualunque lunedì di Gennaio.

A voi, buona settimana.