mercoledì 25 marzo 2015

Oltre la siepe, dove si nasconde la luce.




Ci pensavo prima a quanto mi manca scrivere, raccontare, trasformare in un dattiloscritto ogni mio pensiero, ogni emozione, ogni timore. Che quasi comincio a pensare che sia il mio destino, quello di scrivere. Non ci ho mai pensato. 
L'ho sempre fatto e basta. 
Un pò come respirare: ti serve  ma non pensi a farlo. Lo fai perchè è istinto, ne hai bisogno.
Ci pensavo prima, mentre accavallavo i fogli di excel sullo schermo, a quanto non me ne fregava assolutamente niente di quei fogli di excel sullo schermo e di quanto avrei preferito starmene fuori col sole in faccia, a sentire l'aria fresca profumarsi di primavera.
Ci pensavo prima all'enorme infinito sterminato potere della musica. A come sappia farti riprovare i brividi, a come sia in grado di farti rivivere una situazione, assaporare un gusto, persino a farti riprovare il dispiacere per una delusione.
Ci pensavo prima a come in generale le persone non riescano a bastarsi e si ingolfino la vita e il cuore di relazioni impossibili, di amici fasulli, di tempo dedicato a chi non lo merita.
Pur di non star soli.

Ci pensavo prima alla primavera, al sole, all'aria tiepida, all'odore dei pollini e di verde.
Ci pensavo prima che ho voglia di pesche bianche, di biscotti al burro, di una granita all'amarena e anche di un nuovo profumo che sa di mele appena tagliate .

Ci pensavo prima che non è sempre bene aspettare che le cose accadono ma che a volte bisognerebbe forzare un pò di più la mano e avere meno reverenza di sbagliare.
Bisognerebbe avere più incoscienza, essere in grado di agire di pancia, essere più cuore e meno cervello. 
Essere più istinto. Persino essere più scomodi e politicamente scorretti. 

Alla fine di tutto riusciamo sempre a far prevalere la paura di non poter tornare indietro.
O forse, è meglio dire la paura di non saper guardare avanti.

Oltre la siepe, dove si nasconde la luce.

giovedì 19 marzo 2015

My Honey-Home #1


Quasi un anno fa parlavo di Lei.
Di quello che allora poteva forse definirsi sogno.
Di quello che ora, da qualche mese, è realtà.

La casa.
La mia tana.
Il mio cuore.
Il punto fermo.

Reduce da un trasloco (ancora incompleto) totalmente gestito da me, ho capito diverse cose.

Ho capito che l'indipendenza di una donna, è qualcosa che auguro a qualunque donna.

Ho capito che la libertà non è la libertà di fare quello che si vuole, ma è la libertà di gestire la propria vita, i propri spazi e il proprio tempo.

Ho capito che il silenzio mi piace. Ma continuo a preferire la musica.

E ho capito che, sebbene con tanti sforzi e sacrifici, "la convivenza con me stessa" è alla fine l'unico amore destinato a non finire mai.

E io mi amo veramente tanto.

Eleonora

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